1/5 Samantha S. 3 years ago on Google
Alcuni
giorni
fa,
mi
sono
rivolta
alla
segreteria
per
avere
la
prescrizione
di
un
farmaco
indispensabile
per
mio
marito.
Dopo
tre
giorni,
ho
ricevuto
la
ricetta
errata
nella
data
di
rilascio
(antecedente)
e,
di
conseguenza,
il
farmacista
si
è
rifiutato
di
fornirmi
il
farmaco,
facendomi
notare
l'errore.
Tornata
a
casa,
ho
scritto
alla
segreteria,
allegando
una
copia
della
ricetta
in
questione
e
spiegando
che
il
farmacista
si
era
rifiutato
di
vendermela,
a
causa
dell'errore
nella
data
di
compilazione,
ma
non
ho
ricevuto
alcuna
risposta
da
parte
dell'addetta.
Il
giorno
seguente
e
i
giorni
successivi,
ho
cercato
di
contattare
telefonicamente
la
segreteria,
ma
il
telefono
suonava
occupato
a
tutte
le
ore
in
cui
ho
telefonato
(molto
probabilmente,
era
stato
scollegato).
Intanto,
mio
marito
stava
sempre
peggio.
Ho
scritto
un
altro
paio
di
e-mail,
ma
non
hanno
ricevuto
alcuna
risposta,
fino
a
quando,
spazientita
dalla
maleducazione
dell'addetta,
non
le
ho
scritto,
informandola
che,
appena
mi
sarebbe
stato
possibile,
avrei
denunciato
lei
e
il
medico
curante.
Il
giorno
seguente,
ho
ricevuto
la
ricetta
corretta.
L'utilizzo
di
persone
inadatte
a
trattare
i
dati
sensibili
dei
pazienti
lede
platealmente
il
diritto
alla
privacy
di
questi
ultimi,
oltre
al
diritto
di
essere
prontamente
curati.
Mi
domando
come
ha
fatto
l'ASL
di
Como
ad
approvare
l'utilizzo
di
persone
estranee
e,
per
di
più,
palesemente
incapaci
di
trattare
delle
informazioni,
garantite
dalle
leggi
e
dalla
Costituzione?
Ma
ho
dimenticato
che
siamo
in
Italia,
dove
si
fanno
le
leggi,
si
celebrano
come
traguardi
di
civiltà,
si
nominano
garanti,
ma
non
si
applicano.
Dott.ssa
Samantha
Smith.
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