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Agli
inizi
degli
anni
venti,
nessuno
dei
monumenti
presenti
a
Torino
commemorava
in
particolare
la
memoria
dei
carabinieri,
specialmente
quelli
caduti
nell'appena
terminata
guerra.
Maria
Letizia
Bonaparte,
vedova
di
Amedeo
d'Aosta,
chiese
alla
presidenza
dell'"Istituto
nazionale
per
le
biblioteche
dei
soldati"
di
rimediare.
Questa,
con
l'aiuto
del
Comando
generale
dell'Arma
dei
Carabinieri,
lanciò
una
sottoscrizione
pubblica
per
raccogliere
i
fondi
occorrenti.
Raccolsero
più
del
necessario,
e
quanto
avanzò
dopo
la
realizzazione
del
movimento
fu
utilizzato
per
l'istituzione
della
"Fondazione
del
Monumento
al
Carabiniere"
che,
fino
al
suo
scioglimento
sancito
da
un
decreto
del
Presidente
della
Repubblica
del
4
dicembre
1979,
istituì
l'erogazione
di
quattro
premi
annuali
ai
carabinieri
meritevoli.
Il
monumento
fu
progettato
e
realizzato
nel
periodo
1925-1933
dallo
scultore
torinese
Edoardo
Rubino,
articolandosi
in
tre
grandi
strutture:
un
podio
di
25
metri
dove
sono
rappresentati,
con
altorilievi
in
bronzo,
i
compiti
principali
svolti
dai
Carabinieri,
sia
in
tempo
di
pace
che
di
guerra;
una
statua
in
bronzo
di
un
carabiniere;
un
pilastro
in
cima,
sul
quale
un
imponente
gruppo
scultoreo,
sempre
in
bronzo,
idealizza
il
giuramento
del
Corpo.
Il
monumento
fu
quindi
inaugurato
il
22
ottobre
1933,
alla
presenza
del
re
Vittorio
Emanuele
III,
di
numerose
autorità
e
personalità
civili
e
militari
e
folte
rappresentanze
di
associazioni
combattentistiche
e
d'arma.
L'Associazione
nazionale
carabinieri,
per
la
circostanza,
organizzò
a
Torino
un
raduno
nazionale.
Il
12
agosto
1943,
durante
un
bombardamento
aereo,
il
monumento
subì
gravi
danni.
Finita
la
Seconda
guerra
mondiale,
i
danni
furono
ben
presto
riparati,
sotto
la
direzione
dello
stesso
e
ormai
anziano
Rubino,
ed
il
15
settembre
1948,
alla
presenza
del
presidente
Luigi
Einaudi,
si
ebbe
una
nuova
inaugurazione.
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