5/5 Antonio D. 2 years ago on Google
Scoperta
nel
1900
ad
opera
di Paolo
Emilio
Stasi.
Con
gli
scavi
di Gian
Alberto
Blanc si
mise
in
luce
la
stratigrafia
completa
della
grotta,
che
ebbe
due
momenti
di
frequentazione:
uno
nel
Paleolitico
medio
(Musteriano)
l'altro
nel
Paleolitico
superiore
(Romanelliano).
L’entrata
alta
circa
otto
metri,
con
forma
di
arco
a
cuspide,
si
evolve
in
arcata
ribassata.
Larga
15
metri
circa
e
lunga
approssimatamene
35,
sorge
come
un
comodo
salotto,
con
le
pareti
impreziosite
di
fori
di
litodomi
e
graffiti
figurativi
quali
il
"Cervide
Ritrovato"
ed
il
"Bos
Primigenius".
Quando
gli
studiosi
guidati
da
Stasi
scoprirono
Grotta
Romanelli,
la
trovarono
piena
di
cumoli
di
terra
rossa
e
bruna,
al
cui
interno
si
conservavano
reperti
di
importantissimo
valore
storico,
risalenti
al
Paleolitico.
Oltre
agli
strumenti
in
pietra
e
a
pietre
incise,
incredibile
si
rivelò
la
scoperta
di
tre
scheletri
umani
e
varie
ossa
appartenenti
a
uomini
di
struttura
moderna,
arrivati
dall’Africa
circa
35.000
anni
prima.
Questi
uomini
vengono
designati
come
“uomini
delle
Terre
Brune”.
In
seguito
alla
scoperta
della
Grotta
Romanelli,
in
Italia
tra
gli
esperti
del
settore
si
è
diffusa
l’espressione
“paleolitico
romanelliano”,
usata
per
indicare
una
fase
temporale
della
terza
ed
ultima
suddivisione
del
Paleolitico,
che
nella
convenzione
d’Europa,
Africa
e
Asia
corrisponde
al
Paleolitico
superiore.
Presenta
sulle
sue
pareti
molti
graffiti,
si
tratta
in
gran
parte
di
composizioni
lineari
e
geometriche,
tra
le
quali
compaiono
i
cosiddetti
nastriforni
con
l'estremità
a
ciuffo
o
ad
occhiello.
Più
scarsi
i
soggetti
animali,
spesso
con
il
corpo
campito
da
linee.
Un'unica
pietra
è
dipinta
con
file
sovrapposte
di
segni
a
forma
di
pettine.
Sulle
sue
pareti,
inoltre,
è
la
figura
di
un
bovide
con
altre
figure
fusiformi
o
ovali
e
fasci
di
linee
verticali
e
oblique.
Attualmente
la
grotta
è
visibile
solo
dal
mare
e
dall’esterno,
ma
non
è
permesso
entrarci
per
via
degli
studi
approfonditi
che
gli
esperti
vogliono
fare
al
suo
interno.
Probabilmente
in
futuro,
rappresenterà
l’ennesima
meraviglia
del
Salento
da
ammirare
durante
apposite
escursioni.
Nell'ottobre
del
2021é
stato
possibile
identificare
ricche
concentrazioni
di
arte
finora
sconosciuta
e
non
documentata
nella
camera
interna.
Trentuno
nuove
unità
grafiche.
Zoomorfi,
motivi
geometrici,
gruppi
di
segni
lineari
e
scanalature
a
dita.
Insomma
tracce
modeste
se
paragonate
a
quelle
dei
più
celebri
siti
della
Francia
e
della
penisola
Iberica.
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